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Impieghiamo quasi dieci minuti a coprire il chilometro che ci separa dall’inizio della salita vera e propria. Il piazzale all’arrivo della pista da sci apre la vista sulle montagne vicine, tutto il resto è nascosto dalle nuvole e dalla neve che scende copiosa. Se dovessi scegliere un’immagine per definire un tempo da lupi userei proprio questa.
Nel parcheggio, qualche sciatore ripone gli sci in macchina, mentre noi ci raduniamo, formando un capannello con altre moto. I ragazzi decidono di fermarsi, c’è un piccolo bar e vogliono scaldarsi un po’ prima dell’ultima salita. Io invece non vedo l’ora di affrontarla, nell’incertezza di riuscire ad arrivare in cima. Ci salutiamo di nuovo, dandoci l’arrivederci a più tardi, su al rifugio.
La bufera di neve si fa ancora più furiosa, non lasciandomi alcuna tregua. Il vento forte si aggiunge come ulteriore ostilità di questa avventura. Raggiungo la sbarra, dove, mentalmente, parte una specie di conto alla rovescia.
“Cinque chilometri, mancano solo cinque chilometri.”
