Arrivati alla dacia sembra già passata una vita da quando ci siamo alzati: sono le 10 e il sole inizia piano piano a far luce, nonostante sia ancora basso nel cielo. Max apre le porte del garage mentre tiro giù dal baule della macchina le borse da mettere dentro le valigie rigide. Il momento è emozionante: sto andando via, sto tornando a casa. Sembrava quasi avessi compiuto un’impresa arrivando fin qui, ma devo ancora guidare fino in Italia, percorrendo la strada più breve. Mi stringo in un abbraccio insieme ai due amici. Siamo stati proprio bene in questi giorni, ed è un peccato rendersi conto che non ci rivedremo per un pezzo.
“Buona fortuna.”
“Fai attenzione.”
Il fumo bianco della marmitta che non si accende da qualche giorno accompagna la mia fredda partenza. La discesa dalla dacia fila via liscia nonostante il fondo ghiacciato, Max decide comunque di scortarmi fino a che le indicazioni per uscire dalla città seguendo la direzione giusta non sono chiare. Giunti al mio svincolo, Pavel abbassa il finestrino e mi fa segno col braccio, poi ci salutiamo per l’ultima volta, strombazzando coi clacson a più non posso!