In men che non si dica raggiungo il confine, dove ho la prova definitiva di quanto sia conveniente spostarsi tra una nazione e l’altra evitando le strade principali e durante i giorni di festa: non c’è nessun veicolo in fila. Il funzionario mi accoglie con serietà, ponendomi subito alcune domande, in inglese.
“Sei diretto a Kiev?” e prima ancora di lasciarmi rispondere, chiede se sono informato che è in atto un tentativo di rivoluzione.